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Animalworld
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Covid-19 negli zoo Empty Covid-19 negli zoo

2/5/2020, 16:33
Gli Zoo d'Italia sono ormai allo stremo, fortemente danneggiati dal COVID-19; dallo Zoom di Torino all’acquario di Genova fino al Bioparco di Roma, ora tutti costretti a tenere le porte chiuse proprio mentre parte la stagione; come tutti sottoposti ad una legge rigida, queste le parole del direttore scientifico del Parco Natura Viva di Verona il biologo Cesare Avesani:


“Svolgiamo un’attività di pubblico interesse riconosciuta dalle autorità e prevista dalla legge. Rispondiamo ad una licenza che ci viene concessa solo se i requisiti di attività di conservazione, ricerca scientifica, educazione e formazione vengono messi in atto”.


Requisiti verificati ogni anno da ispezioni ministeriali. Ma soprattutto, zoo e acquari d’Italia oltre alla didattica e alla formazione di biologi, zoologi e veterinari specializzati, accolgono animali sequestrati e lavorano per la conservazione di specie a rischio, sottolinea Gloria Svampa, la presidente onoraria dell’Uiza, unione italiana zoo e acquari che raccoglie quasi una ventina di realtà: “Nel caso italiano, gli zoo sono al 99% imprese private che danno un grandissimo contributo pubblico, perché contribuiscono all’educazione ambientale collaborando con le famiglie e la società, ma perché finanziano ricerche e conservazione sul campo di specie minacciate di estinzione”.


A Verona, per esempio, fra mille cure si segue la cova e l’allevamento dei gipeti, anche per evitare l’imprintig, avvoltoi che depongono solo un uovo l’anno e che, una volta cresciuti, ripopolano i parchi d’Europa.


Insomma non è un’industria turistica qualsiasi, ma per ora il ministero dell’Ambiente suggerisce di rivolgersi al Cura Italia, cioé ai prestiti bancari. Il problema però è che le spese di gestione dei parchi sono elevatissime anche a porte chiuse.


“Cerchiamo di fare fronte” continua il dott.Avesani; “il problema è che non si può fare fronte a tempo indeterminato. Un parco come quello che dirigo ha anche la manutenzione dei boschi, che sono il contenitore verde degli animali, e poi tutti i servizi che diamo ai visitatori. Gli animali non vanno in cassa integrazione, hanno esigenze che si mantengono intatte al di là dell’apertura o chiusura al pubblico”.


La richiesta quindi del settore è di un aiuto specifico, e di una riapertura il prima possibile, per recuperare almeno una parte dell’estate, naturalmente mantenendo le distanze di sicurezza per i visitatori.

#covid-19
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